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Agriturismo a Volterra: Rosso Fiorentino
 
Giovan Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino (Firenze, 1495 – Fontainebleau, 1540), è stato un pittore italiano. Fu uno dei principali esponenti del manierismo in pittura.

Biografia

Come il Pontormo, suo alter-ego pittorico per molti anni, fu allievo di Andrea del Sarto e fu, sotto molti punti di vista, un ribelle alle costrizioni classiciste ormai in crisi. Partendo dalle costruzioni equilibrate del suo maestro, ne forza le forme esprimendo un mondo inquieto e tormentato. Tra i primi lavori noti, collaborò agli apparati decorativi per la visita di Leone X in città nel 1515. Si immatricolò pittore nel 1517, anno in cui ottenne di dipingere nel chiostro dei voti della Basilica della Santissima Annunziata di Firenze una Madonna Assunta. Il Vasari lo ricorda come uno dei pittori che studiò il cartone della Battaglia di Cascina di Michelangelo, pittore che senz'altro influenzò tutta la successiva generazione, lui compreso, ma che il Rosso rielaborò con un senso ancora più brutale di movimento, colori più innaturali e maggior distacco dalla tradizione. Già nel 1521 realizzò il suo capolavoro: la Deposizione di Volterra (PI), simile per la forma della tavola e per le misure, oltre che per il tema, a quella del Pontormo, tuttavia ne differisce profondamente per la concezione. Il Rosso ottiene il dramma per la volumetria angolosa che sfaccetta le figure, per il movimento convulso di alcuni personaggi, per i colori intensi prevalentemente rosseggianti stagliati sulla distesa uniforme del cielo. Le deformazioni dei corpi e dei volti giungono all'estrema esasperazione: il vecchio affacciato dall'alto sulla croce ha il viso contratto come una maschera. La disposizione asimmetrica delle scale genera un moto violento, accentuato dall'incertezza degli appoggi degli uomini che calano il corpo di Cristo, mentre la luce incide da destra con forza, creando aspri urti chiaroscurali. Nel 1530 con Rosso Fiorentino si arriva al superamento del manierismo inteso come "capriccio", rispetto all'"eroico" classicismo, arrivando a parlare di blasfemia o iconoclastia pittorica quando dipinge scene sacre come la Madonna col Bambino al Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo, in uno spazio indefinito nel quale si dipanano le figure, o ancora più evidente nella Sacra Famiglia di Los Angeles, dove i colori si rarefanno, le il disegno arriva a dei picchi di espressionismo che rasentano la caricatura, come nel profilo agusso di Sant'Anna e nelle braccia scheletriche che fanno pensare all'arte tedesca del Novecento per l'irriverenza e la comicità implicita. La sua è una forma di protesta verso l'idealizzazione canonica della figura umana del Rinascimento, di rottura, forse inconscia, verso un'arte più bizzarra, che non teme di essere a volte crudele e deformante. Nel 1518 dipinse la Pala Ognissanti, la Madonna e santi per lo spedalingo di Sant'Anna (Uffizi). In questi anni il Rosso si recò a Piombino dove dipinse opere ora perdute e poi a Volterra. Qui, oltre alla Deposizione dipinse la Madonna e Santi nella Pieve di Villamagna. Tornato a Firenze, nel 1522 eseguì la Pala Dei in Santo Spirito, oggi in Palazzo Pitti, nel 1523 lo Sposalizio della Vergine in San Lorenzo per Carlo Ginori e negli anni 1523 - 1524 dipinse Mosè difende le figlie di Jetro attualmente agli Uffizi. Dal 1523 al 1527 fu a Roma che lasciò con l'avvento del Sacco di Roma. In questo periodo affrescò il Peccato Originale (1524) in Santa Maria della Pace, con evidenti influenze raffaellesche. In seguito scappò verso nord, prima a Perugia, poi a Sansepolcro dove tra il 1527 ed il 1528 realizzò la conturbante opera Compianto sul Cristo deposto ora nella San Lorenzo a Sansepolcro. Per Città di Castello eseguì tra il 1528 e il 1530 il Cristo in gloria; si spostò a Venezia (dove disegnò un Marte e Venere per Pietro Aretino) e da lì in Francia, che raggiunse nel 1531. Accolto da Francesco I di Francia, decorò con altri pittori italiani, come Francesco Primaticcio, nella reggia di Fontainebleau il Padiglione di Pomona, tra il 1532 e il 1535, e la cosiddetta Galleria di Francesco I, tra il 1534 e il 1537, con stucchi, pitture e un complesso sistema di simboli e allusioni trionfalistiche, la prima opera del genere in Francia. Nel paese straniero le sue ricerche sul colore, sul movimento, la sua originalità a tutti i costi si stemperò, attenuandosi in una maniera più snella ed elegante. Il re gli diede lo status di canonico della Sainte Chapelle e lo creò pittore di corte per il resto della sua vita. Insieme al Primaticcio è considerato il fondatore della cosiddetta Scuola di Fontainebleau. Il Vasari riporta che morì suicida, ma si tratta di una leggenda che non ha riscontro nelle fonti francesi.

Grafica

Spesso il Rosso faceva numerosi disegni preparatori delle sua pitture, dei quali solo una parte ci sono giunti. In particolare esisteva un corpus di disegni relativo al periodo di Fontainebleau che ebbe diversi proprietari e che fu diviso fra vari passaggi, tra Cherubino Alberti, Gian Giacomo Caraglio, René Boyvin e altri. Il termine Scuola di Fontainebleau fu usato per la prima volta nel 1818 per segnare e riordinare i disegni preparatori degli affreschi del castello, che spesso si trovavano in fogli non segnati.

Opere

  • Assunzione della Vergine, 1517, affresco, 385 x 395 cm, Firenze, Chiesa della Santissima Annunziata.
  • Madonna col Bambino e putti, 1517 ca, olio su tavola, 111 x 75,5 cm, San Pietroburgo, Ermitage.
  • Ritratto di giovane uomo, 1517-1518, olio su tavola, 82,4 x 59,9 cm, Berlino, Staatliche Museen.
  • Madonna col Bambino in trono e i santi Giovanni Battista, Antonio Abate, Stefano e Gerolamo, 1518, olio su tavola, 172 x 141 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi.
  • Ritratto di uomo che legge una lettera, 1518, olio su tavola, 108 x 88 cm, Londra, National Gallery.
  • Ritratto di giovane, 1520 ca, olio su tavola, 88,7 x 68 cm, Washington, National Gallery of Art.
  • Angiolino musicante, 1520 ca, tempera su tavola, 47 x 39 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi.
  • Deposizione, 1521, olio su tavola, 375 x 196 cm, Volterra, Pinacoteca e museo civico.
  • Madonna col Bambino tra san Giovanni Battista e san Bartolomeo, 1521, olio su tavola, 169 x 133 cm, Volterra, Museo Diocesano di Arte Sacra.
  • Madonna col Bambino, sant'Anna (?) e san Giovannino, 1521 ca, olio su tela, Los Angeles, County Museum of Art.
  • Madonna con Bambino in trono con dieci santi, 1522, olio su tavola, 350 x 259 cm, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina.
  • Matrimonio della Vergine, 1523, olio su tavola, 325 x 250 cm, Firenze, Chiesa di San Lorenzo.
  • Mosè difende le figlie di Jetro, 1523-1524, olio su tela, 160 x 117 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi.
  • La contesa delle Pieridi, 1524-1527, olio su tavola trasferito su tela, 31 x 63 cm, Parigi, Musée du Louvre.
  • Cristo morto compianto da quattro angeli, 1525-1526, olio su tela, 133,5 x 104 cm, Boston, Museum of Fine Arts.
  • Compianto sul Cristo deposto, 1528, olio su tela, 270 x 201 cm, Sansepolcro, Chiesa di San Lorenzo.
  • Cristo risorto in gloria, 1528-1530, olio su tavola, 348 x 258 cm, Città di Castello, Duomo.
  • Marte e Venere, 1530, Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins.
  • Galleria di Francesco I, 1534-1539, stucchi, fregi e sculture, Fontainebleau, Galerie François I.
  • Pietà, 1537-1540, olio su tavola trasferito su tela, 125 x 159 cm, Parigi, Musée du Louvre.
  • Rebecca al pozzo, Pisa, Museo nazionale di Palazzo Reale.

    Bibliografia

  • 1931, K. Kusenberg, Le Rosso, Parigi
  • 1950, P. Barrocchi, Il Rosso Fiorentino, Roma
  • 1958, Erwin Panofsky, L'iconografia della Galleria di Francesco I a Fontainebleau, da: Gazette des Beaux Arts, Jg. 100, LI-LII
  • 1966, John Shearman, La Deposizione di Rosso Fiorentino, da: Boston Museum Bulletin LXIV
  • 1972, La Galleria di Francesco I, Revue de l'Art 1972/73, Catalogo: La Scuola di Fontainebleau, Parigi
  • 1973, G. Kauffmann u. G. Passavant, Die 'Schule von Fontainebleau', da:Kunstchronik, Jg. 26, H. 4
  • 1977, Rosso Fiorentino, da: Lexikon der Kunst, Bd. IV, Leipzig
  • 1985, V. Plagemann, Rosso Fiorentino, da: Kindlers Malerei Lexikon, Bd. 10
  • 2007, P. Climent-Delteil, Il Rosso Fiorentino, pittore della Maniera, Montpellier



    Fonte: "Rosso Fiorentino" Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 23 agosto 2010, 12:09 da http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Rosso_Fiorentino&oldid=33698680.
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